Adamo Rossi, organaro
Poco si sa della vita di Adamo Rossi, figura importante per lo sviluppo dell’arte organaria perugina nel sec. XVIII e XIX. Le ricerche effettuate da Renzo Giorgetti e pubblicate presso la rivista umbra di Musicologia “Studi e Documentazioni”1, ci danno comunque un’idea della sua attività di musicista e costruttore e di come la sua arte abbia influenzato le generazioni future di organari ed in modo particolare la famiglia organaria perugina più importante: quella dei Morettini.
Adamo Rossi (Adamino, come spesso viene soprannominato nei documenti, forse per la sua piccola statura) nacque intorno al 1753 e all’età di 24 anni (nel 1777, in cui si ha notizia della sua abitazione a Perugia, nella parrocchia di Santa Maria di Colle) fu nominato organista titolare della chiesa di San Pietro a Perugia, incarico che mantenne fino al 1842, quando alla veneranda età di 90 anni, lasciò il posto al figlio Francesco.
Fu durante i primi anni di incarico che ebbe modo di incontrare Francesco Fedeli, esponente di una delle più importanti dinastie organarie umbro-marchigiane, che in quegli anni era stipendiato per la manutenzione ordinaria degli organi di San Pietro e ne assimilò i segreti per la riparazione e la costruzione degli organi.
Dal matrimonio con Margherita Buonaccorsi (1785 circa) nacquero cinque figli: Teresa (1787), Giuseppe (1788), Francesco (1790, organista), Colomba (1792) e Romualdo (1794, ricordato per aver seguito le orme del padre, nel restauro e costruzione degli organi). Nel 1791 costruì uno dei suoi primi strumenti per i Monaci Olivetani di Monte Morcino, strumento che fu poi acquistato per la parrocchiale di Solomeo. Dall’organo conservato a Solomeo si evince subito la matrice veneto-marchigiana della Sua arte (dalle caratteristiche foniche e tecniche), ponendo di fatto “Adamino” fra i maggiori costruttori di organo a Perugia della fine del Settecento e prima metà dell’Ottocento.
Fu attivo infatti in un periodo in cui l’ambiente musicale perugino era ricco di figure importanti come Francesco Zanetti (tra l’altro maestro di cappella in San Pietro durante l’incarico di organista di Adamo Rossi), Luigi Caruso (maestro di cappella della Cattedrale di Perugia dal 1788) e Francesco Morlacchi. La sua opera di organaro si svolse principalmente ad Umbertide, Gubbio e Perugia, dove dal 1800 prese anche l’incarico di accordatore e riparatore degli organi di San Pietro (succedendo al Fedeli).